Accordi bilaterali di regolamentazione e gestione dei flussi migratori per motivo di lavoro
Gli accordi bilaterali sono uno strumento per rafforzare i canali legali di ingresso di lavoratori stranieri e i meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Prevedono, infatti, la collaborazione tra l'amministrazione italiana e le competenti autorità del paese di origine per favorire:
lo scambio di informazioni sui fabbisogni espressi dal mercato del lavoro italiano e sulle professionalità disponibili nel paese di origine;
la redazione di una lista di lavoratori del paese di origine disponibili a venire a lavorare in Italia;
il supporto all’attivazione di programmi di formazione professionale e di lingua italiana nel paese di origine per l’acquisizione di un titolo preferenziale di ingresso in Italia per motivi di lavoro (in attuazione dell’art. 23 del T.U. sull’immigrazione);
lo scambio di esperienze e buone pratiche.
Si tratta di accordi quadro che riguardano tutti i tipi di lavoratori subordinati: sia stagionali che non. Sono seguiti da un protocollo esecutivo che entra nel dettaglio delle modalità di attuazione.
L’obiettivo è quello di:
rafforzare la collaborazione nella gestione delle migrazioni per motivi di lavoro con i più importanti paesi di origine dei flussi verso l’Italia;
predisporre un sistema di gestione regolata dei flussi migratori che, attraverso il raccordo tra istituzioni, garantisca sicurezza e trasparenza;
potenziare i meccanismi di selezione di manodopera straniera qualificata e rispondente alle esigenze del mercato del lavoro italiano;
condividere strumenti tecnici (schede professionali, liste di lavoratori, standard formativi) che consentano una gestione del fenomeno basata su un linguaggio comune tra il paese di origine e il paese di destinazione.
La Direzione Generale dell’immigrazione e delle Politiche di integrazione ha concluso accordi bilaterali in materia di regolamentazione e gestione dei flussi migratori per motivi di lavoro con il governo dei seguenti paesi:
Mauritius
Moldavia
Albania
Sri Lanka
Marocco
Egitto